Google reindirizza i domini nazionali verso Google.com

Google ha annunciato una modifica significativa alla struttura dei suoi domini: nei prossimi mesi, tutti i domini di primo livello nazionali (ccTLD) – come google.fr, google.it o google.de – verranno gradualmente reindirizzati al dominio principale google.com.

Un cambiamento che, a prima vista, potrebbe sembrare solo tecnico. Ma come sempre, quando Google modifica il suo comportamento “di facciata”, vale la pena analizzare più a fondo cosa comporta in termini di strategia, SEO e misurazione.

Da google.it a google.com: perché Google sta centralizzando tutto?

L’argomentazione di fondo è chiara: l’esperienza local è già gestita a livello di risultati, non di dominio. Già dal 2017, infatti, Google fornisce contenuti geolocalizzati indipendentemente dall’indirizzo utilizzato per accedere al motore. Che un utente cerchi da google.com o da google.fr, i risultati restituiti riflettono comunque la posizione e la lingua dell’utente, grazie alla personalizzazione algoritmica.

Da qui la decisione di semplificare: un solo dominio, un’unica esperienza utente. Questo, nelle intenzioni di Google, dovrebbe ridurre la frammentazione e migliorare la coerenza complessiva della piattaforma di ricerca.

Cosa cambia per gli utenti?

Secondo Google, molto poco. Nella maggior parte dei casi, il passaggio sarà indolore e invisibile. Gli utenti potrebbero notare solo alcuni effetti secondari, come la necessità di effettuare nuovamente il login o di reimpostare alcune preferenze personalizzate.

È importante sottolineare che non cambiano né il modo in cui vengono restituiti i risultati né il rispetto delle normative nazionali: la localizzazione dei contenuti resta attiva e pienamente operativa.

Quali implicazioni per il search marketing?

Per i professionisti del digitale, il cambiamento non è epocale ma nemmeno trascurabile. Alcune possibili implicazioni da monitorare:

Variazioni nei dati di referral traffic: strumenti di analytics e piattaforme di advertising potrebbero mostrare modifiche nei riferimenti (da google.fr a google.com), con potenziali ripercussioni su segmentazioni e reporting.

Esperienza utente autenticata: nei primi giorni o settimane dopo la migrazione, l’esperienza degli utenti loggati potrebbe non essere del tutto fluida, con ripercussioni limitate ma da tenere d’occhio soprattutto per piattaforme B2B o portali ad alta personalizzazione.

SEO internazionale: per chi gestisce strategie multilingua o targeting geografico, è un segnale forte che conferma come la personalizzazione avvenga sempre più a livello di contenuto e segnali contestuali, e sempre meno a livello di struttura del dominio.

Il reindirizzamento dei ccTLD verso Google.com non rivoluziona le regole del gioco, ma conferma una direzione chiara: un ecosistema sempre più centralizzato, un’esperienza sempre più coerente e personalizzata.

Per le aziende, significa continuare a investire nella qualità dei contenuti e nella pertinenza locale, sapendo che la struttura tecnica dei domini non è più una variabile critica.

Come agenzia di search marketing, riteniamo utile accompagnare ogni cambiamento di questo tipo con una riflessione attenta sui dati, sulle configurazioni di tracciamento e sulla comunicazione interna tra team marketing e IT. Perché anche quando “non cambia nulla”, è sempre meglio sapere cosa sta succedendo.

Vuoi migliorare la SEO del tuo sito web? Contattaci Adesso!